Il vero problema
è l’Iqos, e l’Iss farebbe bene a verificare quali conseguenze i prodotti da fumo che utilizzano nuove tecnologie abbiano sulla salute umana, anche in considerazione del fatto che la Philip Morris ha
rifiutato la proposta del Codacons di realizzare uno studio indipendente suIl’Iqos volta a verificare il livello di pericolosità del prodotto, verso il quale l’azienda sta dirottando un numero
crescente di fumatori e che sarà al centro della produzione futura della multinazionale. Lo afferma l’associazione dei consumatori, commentando la decisione dell’Istituto superiore di Sanità di
diramare un’allerta di grado 2 sulle e-cig.
Oramai il vero problema del tabagismo è rappresentato dai prodotti di nuova generazione come l’Iqos, e l’iniziativa dell’Iss è tardiva e inutile se non accompagnata da misure volte ad ottenere
certezze circa gli effetti di tali nuovi strumenti da fumo sulla salute umana, prodotti che attirano un numero sempre crescente di fumatori i quali si spostano dall’e-cig all’Iqos, e che dovrebbero
quindi rappresentare una priorità per l’Iss.
https://www.sigmagazine.it/2019/02/polosa-bpco/
https://www.sigmagazine.it/2018/04/sigaretta-elettronica-asma/
Uno studio della Vanderbilt University rileva che il rischio di tumore polmonare per gli ex fumatori diminuisce drasticamente dopo cinque anni. Ma, anche dopo molto tempo, resta sempre più alto rispetto a chi non ha mai fumato.
Carlo Cipolla, direttore della divisione di cardiologia dell'Istituto europeo di oncologia, è tra i promotori del Comitato scientifico sulla sigaretta elettronica: “Il fumo elettronico non causa problemi al sistema cardio e cerebrovascolare perché si tratta semplicemente di vapore acqueo”.
Polosa: “E’ un dato di fatto, le sigarette elettroniche non provocano danni a carico delle vie aeree e dei polmoni in soggetti che ne hanno fatto largo e protratto uso”.
leggi articolo
https://agivapenews.com/2017/11/17/sigarette-elettroniche-zero-rischi/
Meglio di cerotti e gomme da masticare alla nicotina. Meglio persino di tanti altri metodi propagandati su Internet e sempre più spesso sui social media. Le sigarette elettroniche sarebbero molto più efficaci per smettere di fumare. Questa la conclusione di uno studio dell’University College di Londra che si è basato su oltre 6mila casi di persone seguite dai medici nel loro tentativo di porre fine all’uso delle “bionde”.
La notizia, diffusa in anteprima questa mattina dal Guardian, è poi rimbalzata, a studio diffuso grazie alla rivista Addiction (“Dipendenza”), sui principali siti informativi britannici. Perché il risultato dell’indagine pare in effetti dirompente, anche considerando l’opposizione di una parte del mondo scientifico che ha sempre ritenuto l’e-cig inutile e dannosa, in quanto non in grado di far passare l’abitudine di tenere una sigaretta in mano.
L’annuncio sul sito dell’Ucl è ancora presente. All’inizio del 2014 l’università cercava volontari da seguire, maggiorenni e desiderosi di smettere di fumare. Sia persone che fumassero ancora in entrambe le modalità – “analogica” ed elettronica – sia persone che avessero deciso di provare solo con questi ritrovati tecnologici oppure solamente con cerotti e gomme alla nicotina. Ora, appunto, il risultato, che va anche contro le leggi di molti paesi – e della regione del Galles nel Regno Unito – che già da qualche tempo hanno bandito le sigarette a batteria dai luoghi pubblici, considerandole “normalizzatrici” dell’uso del tabacco.
Lo studio dell’University College non ha comunque smentito il metodo dell’Nhs, il servizio sanitario nazionale britannico, che da anni offre gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta supporto per smettere di fumare. Ma la ricerca ha anche stabilito che, dei metodi “fai da te”, quello della sigaretta elettronica pare essere il più efficace.
Nel Regno Unito, al momento, oltre due milioni di persone ricorrono alle e-cig, il doppio rispetto a due anni fa. “Un loro utilizzo potrebbe salvare milioni di vite”, dicono ora gli esperti del centro di ricerca, guidati dal professor Robert West, a capo del dipartimento di epidemiologia e salute pubblica e uno dei più rinomati esperti del settore. Secondo il Guardian, che lo ha intervistato, West ha dichiarato che “non prendo soldi dalle aziende produttrici di sigarette elettroniche e non li prenderò mai”, mettendo a tacere le voci complottiste che di solito addebitano agli interessi commerciali l’uscita di tali studi. La ricerca apparsa su Addiction del resto pare essere definitiva su un dato che si basa su un campione molto ampio: chi usa la e-cig ha una probabilità di smettere superiore del 60% rispetto a chi usa altri metodi di rimpiazzo oppure fa affidamento solamente sulla forza di volontà. Sempre intervistato dal Guardian, il professore ha poi aggiunto che “questa non sarà una buona notizia per l’industria del tabacco, che vuole continuare a venderlo. Loro, semplicemente, vogliono che questi strumenti spariscano”. Ora nel Regno Unito si ipotizza che anche il servizio sanitario nazionale possa cominciare a utilizzare le sigarette elettroniche per cercare di debellare la piaga del tabacco. Che, nel Regno Unito, si abbina a quella dell’alcol, considerando che un britannico su quattro consuma regolarmente birra, vino e liquori in eccesso, come certifica lo stesso Nhs.
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Forum Globale sulla Nicotina: cambio di rotta nel sistema di controllo del tabagismo Il Forum Globale sulla Nicotina tenutosi a Varsavia è giunto al termine della due giorni di lavori e ha visto riuniti attorno allo stesso tavolo operatori del settore, produttori,
consumatori (i.e. Svapatori), scienziati, esperti di salute e di politiche pubbliche.
In mattinata, in sessione plenaria, l'atteso intervento del responsabile scientifico di LIAF, Prof. Riccardo Polosa, ordinario di Medicina Interna dell'Università di Catania e membro del team di esperti nazionali del tavolo tecnico per il monitoraggio sugli effetti delle sigarette elettroniche.
Ai giornalisti dell'agenzia stampa ANSA presenti a Varsavia, Riccardo Polosa ha dichiarato: “Il pericolo nicotina è decisamente sovrastimato. Si tratta di uno psicostimolante di largo consumo, e
ai dosaggi assunti dai fumatori non è un veleno. La nicotina non è cancerogena e non provoca danni ai polmoni”.
Per quello che riguarda le sigarette elettroniche invece, aggiunge Polosa, "la ricerca scientifica deve concentrarsi sugli aromi presente nei liquidi, di cui sappiamo poco dal punto di
vista tossicologico, soprattutto quando questi vengono vaporizzati".
"Unica considerazione da fare sulla nicotina è quella della dipendenza" secondo Maciej Goniewicz, ricercatore presso il Roswell Park Cancer Institute Buffalo di New York, il primo centro
oncologico negli Stati Uniti, fondato nel 1898. "Benché possa leggermente accelerare battito cardiaco e pressione, poiché agisce da vasocostrittore, la nicotina non è un fattore di rischio
significativo per eventi cardiovascolari".
A Varsavia, presenti anche molti degli scienziati firmatari della lettera inviata al Direttore Generale dell'OMS Margaret Chan lo scorso maggio, tramite la quale è stata rappresentata la
preoccupazione che l'OMS intenda parificare le sigarette elettroniche a quelle convenzionali con effetti assolutamente controproducenti per la salute pubblica.
"Questo Forum Globale sulla Nicotina è una storica pietra miliare della salute pubblica e vuole rappresentare un deciso punto di svolta nella direzione della politica di controllo del tabacco in
oltre quattro decenni" - ha detto l'organizzatore del convegno, il Prof. Gerry Stimson della London School of Tropical Medicine and Hygiene. L'agenda strategica generata nel corso del Forum polacco
prevede, infatti, di vigilare sulle prossime pianificazioni dell'OMS in vista della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (FCTC COP 6) che si terrà a Mosca, dal 13
al 18 ottobre di quest'anno.
"Sappiamo già da tempo che le persone fumano per la nicotina e muoiono per effetto della combustione del tabacco - è arrivato il momento di separare l'elemento nicotina dal dibattito sul
tabagismo e di informare il pubblico sulla realtà dei fatti. Abbiamo bisogno di oltrepassare i miti del diciannovesimo secolo secondo cui una dose di 60 mg di nicotina è letale, e discutere invece di
come integrare i nuovi prodotti contenenti nicotina, come la sigaretta elettronica, nella lotta contro il fumo” - ha concluso Stimson.
28/06/2014 |
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mercoledì 11 giugno 2014 | ||||
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5 BUONI MOTIVI PER REGALARE E REGALARSI UNA SIGARETTA ELETTRONICA
1. Pelle sana e luminosa. Si sa che le donne hanno a cuore la salute della propria pelle. Zampe di gallina, rughe accentuate, labbra segnate dagli inconfondibili taglietti verticali, borse sotto gli occhi, guance cadenti, colorito pallido. Ecco gli effetti del fumo. Smettere di fumare non solo rallenta l’invecchiamento cutaneo, ma riesce addirittura a “far tornare indietro” l’orologio biologico della pelle di 13 anni. Lo ha dimostrato la campagna-studio promossa dal Comune di Milano in collaborazione con Lega italiana per la Lotta contro i Tumori. “Smettere di fumare fa diminuire le rughe e migliora colorito e luminosità della pelle”, spiega la dermatologa Riccarda Serri.
2. Addio al fiatone. Le donne sono più esposte ai danni respiratori causati dal tabacco: nel gentil sesso, infatti, la Broncopneumopatia cronico-ostruttiva (Bpco) si manifesta prima che nei maschietti. E basta anche un minor numero di sigarette rispetto agli uomini. Lo ha dimostrato uno studio condotto dai ricercatori norvegesi dell`Università di Bergen e americani dell`Harvard University.
3. Ossa più forti. Le donne, si sa, vanno incontro a un invecchiamento delle ossa più rapido, soprattutto con la menopausa. Ma il problema inizia da giovani. Infatti le ragazze che fumano hanno un rischio di osteoporosi più alto. Lo ha scoperto uno studio pubblicato sul Journal of adolescent health dai ricercatori del Cincinnati Childrens Hospital medical center (Usa).
4. Seno protetto. Gli effetti cancerogeni del fumo di sigaretta sono conosciuti da tutti, ma non tutti ne sembrano ancora consapevoli. I ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle hanno scoperto che le donne tra 20 e 44 anni che hanno fumato un pacchetto di sigarette al giorno per almeno 10 anni hanno un rischio il 60% più alto di sviluppare il cancro al seno positivo agli ormoni estrogeni. Un altro buon motivo per smettere, a cominciare da San Valentino.
5. Per chi cerca la cicogna. Smettere di fumare prima della gravidanza è spesso molto difficile, ma essenziale. I ricercatori dello University College di Londra (Regno Unito) guidati da Allan Hackshaw hanno raccolto in uno studio su Human Reproduction Update i rischi per la salute del bambino: chi fuma (anche l’uomo, ovviamente) lo mette a rischio di diverse malformazioni tra cui difetti cardiaci, piede equino, disturbi gastrointestinali, labbro leporino, parto prematuro e peso basso. La sigaretta elettronica può aiutare nei casi più difficili a fare a meno del tabacco, ricordando che la nicotina non va usata in gravidanza, per gli effetti sullo sviluppo del nascituro. Smettere, in questo caso, è un obbligo.
FUMO, CON IL DL ISTRUZIONE TORNA SIGARETTA ELETTRONICA NEI
LUOGHI PUBBLICI
CANCELLATO IL DIVIETO INTRODOTTO A GIUGNO COL DL LAVORO. ESCLUSE LE
SCUOLE
(Public Policy) - Roma, 8 nov - Con il decreto Istruzione
è
stato cancellato il divieto di utilizzo della
sigaretta
elettronica nei luoghi pubblici, introdotto a giugno con
il
decreto Iva-Lavoro. Quindi si potrà utilizzare nuovamente
la
'bionda' elettronica lì dove invece rimane il divieto per le
sigarette tradizionali: uffici, ristoranti, cinema, mezzi
pubblici e bar. Rimangono escluse, invece, le scuole (come
previsto dall'articolo 4 dallo stesso decreto Istruzione)
dove le e-cig non potranno essere utilizzate né all'interno
né all'esterno degli edifici al pari dei tabacchi.
È questo il contenuto di un emendamento inserito alla
Camera nel decreto Istruzione (ormai convertito in legge) e
passato inosservato, con il quale le sigarette elettroniche
sono state escluse dal divieto di "svapo" nei luoghi
pubblici. Il dl Iva-Lavoro, infatti, aveva allargato anche
alle sigarette elettroniche le norme restrittive contenute
nella legge Sirchia del 2003 (con la quale è stato
introdotto in Italia il divieto di fumo nei luoghi
pubblici).
. (Public Policy)